Cresce il numero dei capitani coraggiosi che scelgono di investire nei progetti de “I Bambini delle Fate”
È salito a quota 45 il numero delle famiglie di ragazzi e bambini affetti da autismo che usufruiscono dei servizi del circolo Batti5! della città di Fano. Si tratta di un laboratorio realizzato dall’associazione Omphalos, unitamente a numerosi imprenditori locali, che hanno scelto di sostenere la campagna Fare Impresa nel Sociale de “I Bambini delle Fate”.
Il laboratorio Batti5 dispone di 5 locali arredati e dotati di materiali idonei all’attività educativa e ricreativa dei bambini secondo l’approccio ABA, una sala riunioni per gli incontri con le famiglie, un ambiente polifunzionale per svolgere lavori di gruppo, un ufficio amministrativo, nonché una rimessa con cicli e tandem che le famiglie possono utilizzare per trascorrere del tempo all’aria aperta in compagnia dei propri figli.
“Si tratta di un sogno che finalmente si concretizza” a dirlo è stato proprio il Presidente di Omphalos, il Sig. Di Benedetto, che continua sostenendo che questo progetto è la soluzione giusta ai vuoti istituzionali con cui le famiglie di ragazzi autistici, sono costrette a convivere.
Grazie a “I Bambini delle Fate” queste ultime possono contare su servizi altamente qualificati contribuendo a solo un terzo delle spese complessive necessarie a finanziare queste iniziative: la somma restante è garantita da tutte le aziende che aderiscono al Progetto.
Nonostante l’associazione sia attiva da ben 10 anni, infatti, non ha mai avuto disponibilità economiche tali da riuscire a sostenere autonomamente un progetto così ambizioso. Ciò è stato reso possibile e continua ad esserlo grazie all’adesione di società che assicurano il proprio sostegno mese dopo mese.
“Non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro” spiega il Sig. Fiorelli, responsabile del centro Batti5. “Recenti statistiche rivelano che il numero delle famiglie che vivono con l’autismo sta crescendo incessantemente. Un bambino su 90 in Italia ed uno su 58 negli USA, dati a dir poco allarmanti. Nel nostro piccolo – prosegue Fiorelli – sono una o due al mese le nuove famiglie che si avvicinano alla nostra realtà chiedendo sostegno. Quello che più temiamo è, in futuro, di essere costretti a chiudere le nostre porte a richieste di aiuto per esubero di richieste ma, insieme al timore cresce in noi anche la speranza che siano sempre più numerose le imprese che sceglieranno di investire nel sociale sostenendo progetti come il nostro”.